
È partita nei giorni scorsi la campagna “Noi siamo pronti, e voi?”, lanciata da Confronti, Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane (CONNGI) e Italiani Senza Cittadinanza in sostegno al disegno di legge di riforma della cittadinanza sul modello dello ius scholae. In estrema sintesi, secondo il testo del provvedimento firmato dal pentastellato Giuseppe Brescia (presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera) – sul quale il 9 marzo la Commissione stessa si è espressa favorevolmente, ma che ora tenta faticosamente di superare un dibattito funestato dalla valanga di emendamenti delle destre – la cittadinanza può essere formalmente richiesta dai genitori dei minori nati in Italia (o che sono arrivati in Italia entro i 12 anni), i quali abbiano concluso 5 anni consecutivi di istruzione in uno o più cicli scolastici o di formazione professionale.